Performance del settore delle fonderie nel 2023: l’anno parte bene, crescono produzione e fatturato nel primo trimestre
Nel primo trimestre del 2023 il settore della fonderia ha fatto segnare performance positive sia in termini di produzione sia di fatturato. Le aspettative degli imprenditori per i prossimi mesi, tuttavia, indicano una contrazione della domanda.
Crescita nel primo trimestre 2023 delle fonderie italiane: aumenta la produzione e il fatturato
Nei primi tre mesi dell’anno la variazione congiunturale della produzione (in tonnellate) si è attestata al +7,1% rispetto al quarto trimestre del 2022. Il primo trimestre 2023 è partito bene anche in rapporto ai risultati dello stesso periodo del 2022: la variazione tendenziale della produzione netta spedita è cresciuta infatti del +3,3%.
Il 45% delle imprese rispondenti ha indicato un aumento dei livelli di produzione; per il 28,3% la produzione è rimasta stabile rispetto al trimestre precedente, mentre nel 26,7% dei casi è diminuita.
Anche dal punto di vista del fatturato assistiamo a dinamiche simili, con una crescita congiunturale del +5,8% rispetto al trimestre precedente, che arriva al +7,7% se invece si confrontano i ricavi del periodo gennaio-marzo con quelli dello stesso trimestre dell’anno scorso: un dato che si spiega facilmente osservando come all’inizio del 2022 la forte spinta inflativa, che ha caratterizzato il prosieguo dell’anno, fosse solo alle battute iniziali.
Il fatturato delle fonderie italiane è in crescita congiunturale per la maggioranza assoluta delle aziende che hanno risposto all’indagine (51,7%), mentre la restante parte delle aziende intervistate si suddivide fra chi ha indicato un fatturato stabile rispetto al trimestre precedente (20%) e chi, invece, ha segnalato una battuta d’arresto (28,3%).
Andamento fonderie italiane 2023: i costi di produzione
Se si osservano i dati relativi ai costi di produzione, nel primo trimestre 2023 del mercato delle fonderie italiane si nota un quadro decisamente composito.
A fronte della diminuzione dei costi relativi all’energia elettrica, con il Pun (Prezzo Unico Nazionale) in calo del -35,5% rispetto al trimestre precedente, l’andamento delle materie prime e delle altre principali variabili è più sfaccettato.
Le materie prime ferrose vedono un calo medio dei prezzi della ghisa in pani (-11,3% sul trimestre precedente) compensato però dalla crescita dei prezzi dei rottami, sia dei pacchi di lamierino per fonderia 30X30 (+4,3%) sia del lamierino sciolto siderurgia (cat.50), al +10,6%. Sul fronte dei metalli non ferrosi, invece, se l’alluminio secondario è sostanzialmente invariato (-0,6%), lo zinco è invece cresciuto del +4,3% sul trimestre precedente.
Per quanto riguarda i costi dei materiali ausiliari e delle subforniture si conferma una tendenza in crescita, sull’onda lunga del caro energia 2022.
Al calo dei costi energetici, che restano comunque su livelli molto superiori a quelli degli anni immediatamente precedenti la crisi, non corrisponde quindi un’analoga diminuzione degli altri principali costi di produzione.
La visibilità degli ordini e le performance del settore delle fonderie nel 2023
Le aspettative di breve periodo scendono nell’ultima rilevazione mensile al di sotto della soglia della sufficienza: l’indice SIX (che sintetizza le risposte sulle prospettive delle aziende per i sei mesi successivi alla rilevazione) si comprime infatti a 47,3 punti, dato inferiore ai 50 punti che rappresentano la soglia di passaggio fra sentiment positivo e negativo, e si conferma in calo rispetto al risultato dei mesi precedenti.
Se andiamo ad analizzare le risposte dei singoli comparti, si nota un andamento piuttosto diverso fra fonderie di metalli ferrosi e non ferrosi. Le risposte delle prime delineano un quadro non particolarmente positivo, con valori dell’indice al di sotto dei 50 punti sia per le fonderie di acciaio sia per quelle di ghisa. Le fonderie di metalli non ferrosi, invece, sono più ottimiste: per questo comparto l’indice SIX raggiunge i 67.9 punti.
Dal punto di vista, infine, della visibilità degli ordini, nel primo trimestre 2023 questa si colloca a 2,6 mesi. Il dato è piuttosto omogeneo fra i diversi comparti, anche se le fonderie di acciaio presentano un valore lievemente superiore alla media (2,8 mesi), mentre quelle di ghisa fanno segnare il valore più basso (2,5 mesi).
Il commento: primo trimestre 2023 confortante per il mercato delle fonderie, ma oggi vediamo un rallentamento
«Il 2023 – sottolinea il presidente di Assofond Fabio Zanardi – si è aperto per il settore con un risultato positivo in termini di produzione e fatturato. Dal punto di vista invece delle prospettive di breve periodo, le indagini del nostro Centro Studi rilevano un primo rallentamento degli ordinativi, che pesa sul sentiment degli associati. Non essendoci, almeno per il momento, prospettive di recessione entro il 2023, il calo della domanda attuale è probabilmente imputabile a smaltimento scorte lungo la filiera, con la speranza di ritrovare una domanda più tonica a partire dall’autunno 2023. Lo scenario attuale, a ogni modo, si conferma di forte volatilità, con tutti i rischi a essa connessi, come dimostrano l’andamento delle materie prime, di quelle ausiliarie e delle subforniture che ancora sono nel pieno del trend inflativo che abbiamo conosciuto nel 2022. D’altra parte, la “normalizzazione” dei costi energetici c’è, è vero, ma su livelli ancora molto elevati rispetto a quelli precedenti la crisi e con le misure eccezionali varate dal governo lo scorso anno che stanno andando a esaurirsi. Restano quindi forti incognite legate alla competitività strutturale delle fonderie italiane ed europee nel contesto globale, e la tenuta dell’economia europea con inflazione e tassi ai livelli attuali.»
Fonte: In Fonderia – ll magazine dell’industria fusoria italiana