La campagna di FACE per azzerare i dazi sull’import dell’alluminio
Sta per chiudersi il 2019, l’anno che ricorderemo tra le altre cose come quello della campagna di FACE, federazione dei consumatori di alluminio in Europa, contro i dazi per l’import dell’alluminio. È una notizia dello scorso giugno, ma sempre d’attualità nella speranza che la situazione migliori nell’anno che verrà. La campagna di FACE era finalizzata a richiedere alle autorità europee di rimuovere le tariffe all’importazione dell’alluminio grezzo. Perché nonostante l’Europa sia un importatore netto di alluminio grezzo (circa il 74% entra nel Vecchio Continente), i dazi sull’import vanno dal 3 al 6%.
A sostegno della campagna, FACE aveva pubblicato uno studio dell’Università di Roma , nel quale si spiegava che le tariffe sulle importazioni dell’alluminio ammontavano a 18 miliardi di euro. I dazi sull’import costituiscono un onere aggiuntivo assai dispendioso per l’industria dell’alluminio, che è già caratterizzata da bassi margini di profitto, essendo che l’alluminio grezzo rappresenta più del 50% dei costi di produzione dei semilavorati. Secondo FACE, i dazi sull’import costituiscono “una minaccia per la sopravvivenza del settore, composto in gran parte da PMI che devono già contrastare una concorrenza internazionale feroce e spesso sleale, in particolare dalla Cina”.
I dazi sull’import dell’alluminio “sono un disincentivo agli investimenti in Europa”
Le tariffe sull’importazione fino al 6% sono state introdotte parecchi decenni fa per proteggere i produttori europei, ma in molti casi hanno portato un effetto contrario, cioè spingendo verso il declino l’industria europea del metallo primario. Perché sono stati disincentivati gli investimenti e si è arrivati alla chiusura di smelters da parte di grandi produttori. Mentre dal 2008 l’Europa ha perso il 30% della sua capacità produttiva di alluminio primario, soprattutto a causa della poca competitività, è salita la domanda europea di prodotti di alluminio, in media del 3% all’anno. In altre parole, cresce l’industria dell’alluminio nonostante il peso dei dazi sull’import della materia e il fatto che non si possa trovare metallo grezzo ai prezzi cosiddetti duty free in Europa.
Secondo FACE e lo studio universitario, “questo meccanismo di tariffe daziarie sul metallo grezzo porta i trasformatori e gli utilizzatori finali dell’UE a pagare la materia prima più di quanto dovrebbero”. Hanno poi aggiunto che “si tratta di una situazione negativa, per cui è indispensabile un intervento per evitare ulteriori danni al downstream del metallo leggero”. Per questo Face si è rivolto alla Commissione Europea e al Consiglio: per azzerare i dazi import sull’alluminio grezzo, “per supportare la competitività e la sopravvivenza di un sistema industriale strategico nel vecchio continente”.