incertezza fonderie italiane 2024

Dopo un 2023 in tenuta, nuove incertezze per le fonderie italiane nel 2024

Le fonderie italiane hanno archiviato un 2023 di sostanziale tenuta rispetto all’anno precedente. I volumi prodotti hanno fatto segnare un leggero calo, mentre il fatturato ha visto una decrescita più marcata, frutto principalmente della riduzione dei prezzi delle materie prime energetiche rispetto ai picchi del 2022.

Addentrandosi nel dettaglio dei report elaborati dal Centro Studi Assofond, emerge tuttavia un quadro più complesso, che non solo evidenzia importanti differenze fra i due macro-comparti nei quali si differenzia il settore – quello delle fonderie di metalli ferrosi e quello delle fonderie di metalli non ferrosi – ma anche fra l’andamento della prima parte dell’anno appena trascorso rispetto a quello degli ultimi mesi.

L’andamento delle fonderie italiane tra il 2023 e il 2024

Il 2023 era iniziato sull’onda di una domanda ancora sostenuta, che nei dodici mesi precedenti aveva portato buoni livelli di utilizzo di capacità produttiva e visibilità degli ordini. A partire dal secondo trimestre, tuttavia, abbiamo assistito a una progressiva riduzione della spinta congiunturale, che ha fatto via via scivolare verso il basso la curva della tendenza. Una dinamica che si è confermata anche nella prima parte del 2024, principalmente a causa della difficile situazione delle fonderie di metalli ferrosi, che in questo momento soffrono di più rispetto alle non ferrose.

Ma quali sono le prospettive per i prossimi mesi? Allargando lo sguardo ai settori clienti, i risultati dell’ultima indagine congiunturale di Federmeccanica mostrano «molte ombre e poche, flebili, luci»: il 33% delle imprese intervistate dichiara un portafoglio ordini in peggioramento, e quel che qui risulta particolarmente significativo, oltre la metà delle imprese rispondenti (54%) non prevede, rispetto al passato, nuove attività di investimento nei prossimi 6-12 mesi, mentre sono pari al 12% quelle che pensano addirittura di ridurle.

Proprio il tema dello stimolo agli investimenti, inclusi quelli legati al percorso di transizione ecologica, rappresenta oggi lo snodo cruciale attorno al quale si gioca il futuro della nostra manifattura. Troppo spesso, in Italia, la schizofrenia del legislatore, indipendentemente dal colore politico, ha reso praticamente impossibile pianificare gli impegni futuri con la ragionevole certezza di poter disporre di un quadro di riferimento stabile. Basti pensare all’ormai famigerato superbonus edilizio, per il quale non si contano le modifiche, le correzioni, le inversioni di rotta: dinamiche che hanno cambiato da un momento all’altro l’entità dell’incentivo e le modalità di applicazione, gettando nel panico sia chi aveva deciso di usufruire del bonus sia le imprese che si trovano ora in pancia milioni di crediti d’imposta praticamente incedibili.

Incertezze analoghe si sono materializzate sul piano Transizione 5.0, che inizialmente pareva escludere proprio i settori industriali più bisognosi di sostegno, decisione poi fortunatamente corretta.

Mai come oggi, insomma, anche in considerazione del sempre instabile quadro geopolitico internazionale, è necessario ridare forza alla manifattura nazionale e a quella europea, attraverso una serie di azioni e di misure in grado di favorirne la transizione green preservandone la competitività. Ecco perché Assofond è fra le mille e più organizzazioni che hanno firmato la “Dichiarazione di Anversa per un accordo industriale europeo”: un appello urgente rivolto ai decisori europei perché si rivitalizzi il panorama industriale continentale attraverso una serie di azioni chiave. Fra queste, si evidenzia la necessità di affrontare il problema dei prezzi energetici, che rimangono elevati, stabilire un’infrastruttura europea comune, garantire forniture sicure e stabili di materie prime, favorire l’innovazione, stimolare la domanda di prodotti sostenibili, snellire la legislazione, semplificare il quadro normativo sugli aiuti di Stato e rilanciare il mercato unico europeo.

 

Fonte: In Fonderia – ll magazine dell’industria fusoria italiana