Produzione fonderie italiane 2023: l’anno si chiude con un rallentamento
Nel quarto trimestre del 2023 la produzione delle fonderie italiane ha fatto segnare una crescita congiunturale del +3,3% rispetto ai tre mesi precedenti ma si è confermata, per il terzo trimestre consecutivo, in calo rispetto allo stesso periodo del 2022: il dato finale del periodo ottobre-dicembre 2023 è in flessione del -12,2% rispetto al trimestre corrispondente del 2022. Lo sottolinea l’ultima indagine congiunturale del Centro Studi di Assofond sui dati relativi al periodo ottobre-dicembre 2023.
Calo tendenziale della produzione del settore fonderie
Nel quarto trimestre la variazione congiunturale della produzione (in tonnellate) si è attestata al +3,3% rispetto al terzo trimestre. Il dato, va detto, è dovuto principalmente al maggior numero di giorni lavorati rispetto al trimestre precedente, che includeva il mese di agosto, periodo nel quale si concentrano prolungate fermate produttive per le ferie estive e le manutenzioni programmate degli impianti. Più significativo è quindi il confronto con lo stesso periodo del 2022: in questo caso la variazione tendenziale è negativa e pari al -12,2%.
Il 55,9% delle imprese che hanno risposto al questionario ha segnalato un aumento della produzione rispetto al trimestre precedente ma, a conferma di quanto evidenziato più sopra, il 50% delle risposte indica come principale motivazione della performance il maggior numero di giorni lavorati, mentre il 29,2% delle risposte motiva il dato con una crescita delle commesse e degli ordini.
Anche dal punto di vista del fatturato assistiamo a dinamiche simili, con una crescita congiunturale del +5,3% rispetto al trimestre precedente, che si tramuta però in un calo del -13,9% se invece si confrontano i ricavi del periodo ottobre-dicembre con quelli dello stesso trimestre dell’anno scorso.
La percentuale di aziende che segnala una crescita congiunturale del fatturato è del 50%, ma significativo – considerando la particolarità del trimestre di confronto, ossia il terzo – è che ben il 41,2% delle risposte abbia evidenziato un calo, mentre solo l’8,8% delle aziende del campione ha segnalato un fatturato stabile.
Dinamiche settoriali della produzione delle fonderie italiane 2023
Le dinamiche della produzione, ancorché allineate in termini di crescita congiunturale e calo tendenziale, si diversificano fra i due raggruppamenti nei quali si suddivide tradizionalmente il settore delle fonderie: quello dei metalli ferrosi, cioè ghisa e acciaio, e quello dei metalli non ferrosi, cioè alluminio, zinco, rame e altre leghe.
La tendenza al ribasso è più marcata nelle fonderie non ferrose (-31,2%) rispetto a quelle ferrose (-4,8%), mentre sulla congiuntura queste ultime fanno segnare una ripresa meno accentuata rispetto al trimestre precedente (+2,1% vs. +6,5%).
Dal punto di vista del fatturato sono le fonderie di metalli ferrosi a far segnare le performance peggiori in termini di variazione tendenziale: il calo rispetto all’ultimo trimestre del 2022 è infatti pari al -14,4% contro il -12,7% dei non ferrosi. Anche a livello di spinta congiunturale, quella delle fonderie ferrose è meno significativa rispetto a quella dei non ferrosi: +2,1% vs. +12,1%.
Mercato del lavoro del settore fonderie
L’indagine condotta dal Centro Studi Assofond mappa con cadenza semestrale anche l’andamento del mercato del lavoro nel settore. Nel secondo semestre del 2023 la stragrande maggioranza delle fonderie (85,3%) ha cercato nuovo personale.
I profili più ricercati sono operai specializzati, indicati nel 36,8% delle risposte, seguiti dagli impiegati (33,3%). Il 24,1% del campione esprime piena soddisfazione rispetto agli esiti della ricerca effettuata, mentre la maggioranza assoluta delle aziende (69%) ha raggiunto solo parzialmente i propri obiettivi.
Fonte: In Fonderia – ll magazine dell’industria fusoria italiana