Produzione fonderie Europa e Turchia

Andamento Germania, Italia, Turchia: industrie di fonderia a confronto

Germania, Italia e Turchia sono i tre più importanti produttori di getti fra i Paesi appartenenti al CAEF (Associazione delle fonderie europee). Approfittando di alcune anticipazioni statistiche dell’Associazione tedesca “Bundesverbandder Deutschen Gießerei-Industrie (BDG)”, di quella turca “Turkish Foundry Association” e di alcune informazioni e dati di mercato dell’agenzia ICE “ITA – Italian Trade Agency”, è possibile tracciare un quadro di massima sull’andamento del settore delle fonderie in questi tre Paesi.

Come è cambiata la classifica dei principali Paesi CAEF negli ultimi 10 anni

Fino al 2013 le quattro caselle di vertice dei principali produttori di getti (ferrosi e non ferrosi) tra i Paesi membri del CAEF erano occupate rispettivamente da:

  • Germania (quota di produzione sul totale Paesi CAEF pari al 34%)
  • Italia (13%)
  • Francia (12%)
  • Turchia (10%)

A partire dal 2015, la Turchia ha sorpassato la Francia e dal 2018 anche l’Italia. Il ranking post crisi pandemica, oltre all’ordine di posizionamento, ha subito importanti cambiamenti anche rispetto al peso relativo di ciascun Paese nel panorama della fonderia europea.

La Germania conserva la sua leadership, ma con una perdita significativa della propria rappresentatività in termini di volumi prodotti, che è scesa dal 34% al 28%. La Turchia dal quarto posto risale la classifica e incalza la Germania, guadagnando undici punti percentuali. Italia e Francia stazionano rispettivamente al terzo e quarto posto, con lievi modifiche del loro peso.

  • Germania (28%)
  • Turchia (21%)
  • Italia (14%)
  • Francia (11%)

Insieme, questi quattro Paesi esprimono il 74% della produzione di getti ferrosi e non ferrosi dell’area CAEF.

Produzione delle fonderie in Europa e Turchia: l’avanzata turca tra i Paesi CAEF

Fra il 2006 e il 2022 la fonderia turca, in termini di volumi prodotti, si è sviluppata a un CAGR (Compounded Average Growth), ovvero a un tasso di crescita medio annuo, del +6%, contro un tasso medio annuo negativo dell’intera industria europea di fonderia del -2.5% senza la Turchia stessa (calo che si riduce al -1.4% includendo anche la Turchia).

La produzione complessiva di getti in Turchia è triplicata, passando da poco più di 1 milione di tonnellate del 2006 a oltre 3 milioni nel 2022. La crescita più dirompente è stata sperimentata dalle leghe non ferrose, cresciute a un tasso medio annuo del +12%, mentre i volumi prodotti sono passati da poco più di 100.000 tonnellate nel 2006 alle 740.000 tonnellate dello scorso anno.

Nell’ambito delle leghe ferrose, invece, l’aumento medio è stato del +5,1% con un livello produttivo più che raddoppiato (da 1,1 milioni nel 2006 a 2,4 milioni di tonnellate nel 2022).

Nel 2009 e nel 2020, nonostante la Turchia sia stata colpita dalla crisi internazionale e da quella pandemica, la sua industria di fonderia è riuscita a contenere le perdite in entrambe le fasi recessive, riportando flessioni di entità decisamente inferiori a quelle accusate dagli altri principali competitor europei, che hanno scontato delle criticità maggiori con un importante ridimensionamento dei volumi di getti prodotti.

Nello stesso arco temporale 2006-2022, gli altri tre principali Paesi CAEF, ossia Germania, Italia e Francia, hanno registrato una contrazione di volumi che corrisponde a un tasso medio annuo di crescita negativa, ovvero pari a un CAGR intorno a -2% per i primi due e a -3% per la Francia.

Alcune caratteristiche strutturali della produzione delle fonderie in Europa e Turchia

Dal punto di vista delle principali caratteristiche strutturali dell’industria di fonderia, Germania, Italia e Turchia presentano differenze sostanziali.

Numero di imprese, loro dimensione e produzione media nelle fonderie di Germania, Italia e Turchia

Il tessuto produttivo della fonderia italiana e turca è formato da un numero di unità abbastanza simile, intorno alle mille imprese, mentre quello tedesco ne conta circa la metà. Rispetto alla forza lavoro occupata, invece, la fonderia tedesca conta quasi tre volte quella italiana e il doppio di quella turca. Diretta conseguenza di queste due peculiarità, anche la dimensione media delle fonderie tedesche misurata come rapporto n. addetti/n. imprese, come dato generale è oltre cinque volte la realtà italiana e tre volte quella turca, con accentuate differenze tra comparto ferroso e non ferroso.

La fonderia tedesca è prevalentemente strutturata come media impresa, con la tipicità della gestione familiare. Circa il 91% delle aziende impiega fino a 500 addetti. Le aziende più grandi, con oltre 500 addetti, rappresentano il 9% dell’industria totale.

L’industria di fonderia italiana, al contrario, è caratterizzata dalla prevalenza di micro e piccole imprese:

  • Il 55% delle fonderie conta meno di 10 addetti;
  • Il 36% delle imprese appartiene alla classetra 10 e 49 addetti;
  • L’8% si colloca tra i 50 e i 250 addetti
  • Solo l’1% oltre i 250 addetti.

Rispetto alla distribuzione delle fonderie tra le tipologie di leghe, l’Italia presenta uno sbilanciamento più marcato verso quelle non ferrose, circa l’83% del totale, mentre per la Turchia e la Germania si evidenzia un maggior equilibrio.

La situazione si inverte se analizziamo l’output dei due comparti in termini di tonnellate. Infatti, nel mix produttivo, tra i tre Paesi, l’Italia presenta un miglior equilibrio, rispettivamente 56% leghe ferrose e 44% leghe non ferrose. Per gli altri due Paesi, invece, vi è un pesante sbilanciamento a favore dei metalli ferrosi: 76% per la Turchia e 80% per la Germania.

La dimensione della bolla esprime il volume totale di getti prodotti dalle diverse industrie; quindi, nel grafico dei metalli ferrosi, ad esempio, la fonderia tedesca è rappresentata da una dimensione maggiore per i suoi oltre 3 milioni di tonnellate annue prodotte, segue quella turca con oltre 2 milioni e italiana con circa 1 milione di tonnellate.

Riguardo al comparto delle fonderie di metalli ferrosi, in termini di combinazione dimensione e produzione media per impresa, la fonderia tedesca si distanzia significativamente dagli altri due Paesi con rispettivamente i seguenti valori: 158 addetti e oltre 14.000 tonnellate di getti ferrosi per impresa. Italia e Turchia presentano delle dimensioni medie delle imprese non troppo diverse (37 addetti per impresa la Turchia e 54 l’Italia), mentre sul fronte della produzione media di getti ferrosi l’Italia prevale con circa6.000 tonnellate contro le 4.000 della Turchia.

Per quanto concerne la produzione media per addetto, la situazione si capovolge: per quanto riguarda il comparto dei getti ferrosi, Italia e Turchia esprimono un valore uguale e pari a 113 tonnellate per addetto, mentre la Germania si ferma a 90 tonnellate.

Anche sul fronte non ferroso c’è una distanza abissale tra le dimensioni medie delle fonderie tedesche (97 addetti per impresa) e quelle di quelle turche (35 addetti) e italiane (18 addetti).

Rispetto alla produzione media per fonderia non ferrosa, l’Italia rimane il fanalino di coda con 1.000 tonnellate, mentre la Germania primeggia con circa 2.500 tonnellate, seguita dalla Turchia con 1.800 tonnellate.

Infine, la produttività per addetto del comparto non ferroso premia l’Italia con 56 tonnellate, mentre a poca distanza segue la Turchia con52. La produttività della Germania in questo caso è invece drasticamente inferiore, con 25 tonnellate per addetto.

In sintesi, le dimensioni medie delle fonderie tedesche sono nettamente superiori sia nell’ambito del comparto dei getti ferrosi sia in quello dei non ferrosi. La valutazione della produzione media cambia sensibilmente se la si guarda dal lato degli addetti o se ci si basa sul numero delle fonderie. In questo ultimo caso la superiorità tedesca è molto evidente per entrambi i comparti, mentre la produttività per addetto assume valori decisamente migliori per la fonderia italiana e per quella turca.

Andamento produttivo del settore delle fonderie in Germania, Italia e Turchia

I risultati del 2022 presentano elementi di divaricazione tra i tre principali produttori CAEF qui analizzati. Italia e Germania chiudono con un segno negativo su tutti i comparti con una situazione peggiore per l’output italiano dei getti non ferrosi.

La Turchia conferma una performance positiva su tutto il fronte, con una crescita a doppia cifra per la produzione di getti non ferrosi che conferma il trend di forte ascesa di questo Paese negli ultimi dieci anni.

Fatturato a confronto

Il confronto relativo alla variabile fatturato è possibile solo tra Italia e Germania, non essendo al momento disponibili i dati relativi alla Turchia.

Rispetto all’intera industria di fonderia, l’Italia ha performato leggermente meglio, con una crescita annua 2022 vs 2021 del +22% contro il +19% della Germania.

Entrando nel dettaglio dei singoli comparti, invece, l’aumento del fatturato delle fonderie di metalli ferrosi è stato significativamente più importante per l’Italia (+33% contro il +18% della Germania). Al contrario per le fonderie di metalli non ferrosi la crescita del fatturato tedesco è stata superiore, con un tasso del +20% contro il +16% dell’Italia.

Anche il fatturato medio, pur essendo un dato molto grezzo, aiuta a capire le dimensioni e consente alcune riflessioni sul fenomeno della concentrazione delle due industrie di fonderia.

Sotto questo profilo strutturale, le fonderie di metalli ferrosi tedesche hanno una dimensione media doppia rispetto a quella italiana, rispettivamente 35 milioni di euro e 17 milioni di euro (dati 2022), mentre sulle fonderie non ferrose il divario è ancora più accentuato, con le imprese tedesche che hanno una dimensione media quasi quattro volte maggiore rispetto a quelle italiane (19 milioni contro i 5 milioni).

 

Fonte: In Fonderia – ll magazine dell’industria fusoria italiana